Il presente comunicato stampa vuole essere un chiarimento da parte dell’Associazione Coaching Italia in relazione alla Legge del 14 gennaio 2013 n. 4.
Tale legge regolamenta le cosiddette “professioni non organizzate” e mira quindi a colmare un gap presente ormai da troppo tempo nel nostro ordinamento giuridico.
E’ d’obbligo precisare in maniera chiara e decisa la posizione di A.Co.I., viste anche le numerose “interpretazioni” sulla questione date da altre Associazioni e singoli Coach.
Innanzitutto A.Co.I. ritiene che il miglior modo per applicare la suddetta legge sia quella della “interpretazione autentica”, cioè del legislatore che ha prodotto la legge: essa quindi non si interpreta né si flette a proprio piacimento, ma, molto semplicemente, si applica!
Pertanto la “certificazione” non é attività riconducibile alle associazioni di categoria, le quali, pur volendo, non avrebbero la capacità né di produrre norme né tantomeno di emettere certificazioni di alcun tipo.
Difatti l’attività normativa é propria, unica e specifica degli “Enti di Normazione”, che hanno ambiti ben definiti: International Standard Organization (ISO) che opera a livello mondiale; European Normation (EN) che opera a livello comunitario; Ente Italiano di Unificazione (UNI) che opera a livello nazionale.
Tali Enti hanno al loro interno una serie di Comitati Tecnici (CT) che provvedono a definire gli standard che poi andranno a comporre le Norme di riferimento per i vari tipi di certificazione.
Discorso diverso vale per le strutture che possono emettere certificati: essi sono gli Enti di Certificazione e possono operare solo e soltanto se “abilitati” da Accredia (il nuovo ente di accreditamento nazionale che riunisce in se Sincert, Sinal e Sit).
É quindi chiaro e lineare il processo che porta alla creazione di una norma e alla sua certificazione in fase successiva.
Va detto però che, alla data odierna, non vi é alcuna norma UNI EN ISO che sia riferita al mondo del Coaching!
Chi afferma il contrario dice una profonda inesattezza o tenta di forzare l’applicazione di norme “generali” o linee guida.
Cosa possono fare invece le Associazioni?
Ovviamente hanno la facoltà di definire Codici di condotta, Disciplinari e Regolamenti che indichino i criteri di accettazione, monitoraggio e verifiche per le iscrizioni, la formazione e quanto altro di interesse per i propri associati.
Ma tali documenti sono e restano, sempre e comunque, documenti ad uso interno e senza una validità “universale” (fatta sempre salva la legge 14 gennaio 2013 n. 4).
L’Associazione Coaching Italia (A.Co.I.), facendo proprie anche le richieste degli associati, ha deciso di emettere questo comunicato così da chiarire la propria posizione; inoltre A.Co.I. ha già richiesto ad UNI di partecipare ai prossimi incontri tecnici, così da contribuire fattivamente alle indicazioni di settore per la futura normativa.