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Legge 4/2013: tempo di bilanci e di nuove sfide

Era il 14 gennaio 2013, giorno in cui veniva pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 4/2013 “disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini, albi e collegi”.

Dopo diversi anni dall’entrata in vigore della legge 4/2013 è giunto il momento di fare un bilancio per analizzare quanto realizzato e soprattutto quanto ancora c’è da realizzare.

La legge ha avuto il grande merito di riconoscere dignità giuridica e professionale a una platea di oltre 1.000 professionisti del Coaching sino a quel momento mischiati in un mare magnum di guru, santoni, formatori e operatori professionali di vario tipo.

Con la legge 4/2013 è stato istituito e valorizzato il ruolo delle Associazioni Professionali di Categoria cui la legge affida la garanzia verso il cittadino/utente; le professioni restano libere, ma il sistema proposto tende a premiare conoscenze, competenze e abilità per permettere al cittadino di scegliere con maggiore consapevolezza.

Si è consolidato un sistema di rappresentanza più chiaro e forte, identificando nelle Associazioni Professionali di Categoria gli interlocutori credibili da chiamare in tutti i tavoli istituzionali. Grazie al lavoro costante di divulgazione e conoscenza della legge siamo riusciti a portare la voce dei professionisti associativi in ambiti sino ad oggi riservati solo ad altre categorie professionali.

I Coach Professionisti iscritti nelle principali Associazioni del settore hanno trovato, tramite le Associazioni e la legge 4/2013, la leva per investire sulla qualità e sulle competenze, in un mercato che è e deve rimanere libero.

“Nello stesso tempo – puntualizza la Presidente A.Co.I. Federica Palumbo – la Legge 4 resta poco conosciuta, poco valorizzata e anche poco capita”. E’ una norma che rimane troppo isolata dal contesto normativo e poco armonizzata con i provvedimenti che parlano di mestieri e professioni. Insomma, molto ancora bisogna fare per rendere veramente esecutiva la legge 4/2013 partendo da una forma aggregativa che vedrebbe coinvolte le principali Associazioni del Settore.

“La presenza di più Associazioni – spiega la Presidente A.Co.I. – rappresenta un indiscusso elemento positivo per gli utenti che si interfacciano con le categorie rappresentate”. “Ma – aggiunge critica – lasciare in attesa il settore di un soggetto aggregante, di espressa natura armonizzante, potrebbe risultare un’amara mancanza”.

“La nostra sfida – conclude la Palumbo – sarà di rendere applicabile veramente la Legge 4/2013, con l’obiettivo dichiarato di costruire insieme delle proposte che effettivamente corrispondano alle esigenze dei soci professionisti iscritti: maggiore competitività, politiche attive focalizzate sullo sviluppo delle conoscenze, competenze e abilità, riconoscimento sociale, la formazione come  strumento efficace per l’imprenditorialità.

Auspichiamo che il modo di lavorare di A.Co.I. contribuisca alla costruzione delle proposte per il settore del Coaching professionale.

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